Il Premio giornalistico della Sardegna – Città di Castelsardo chiude l’edizione 2023 del Genera Festival

La chiusura del Genera Festival si è rivelata una ricca cerimonia che ha visto protagonisti
alcuni dei nomi più importanti della stampa nazionale e internazionale. Ad aprire la serata un
omaggio a Michela Murgia, recentemente scomparsa: una clip in cui la scrittrice invitava a non
aver paura di essere chi si vuole essere, e a rompere le regole. L’elegante location della sala XI
del Castello dei Doria ha visto la madrina del Premio Tiziana Ribichesu e Giampaolo Cassitta,
direttore artistico del festival, assegnare i premi ai giornalisti selezionati dalla giuria,
presieduta da Gianni Garrucciu, dell’edizione 2023 del Premio Giornalistico della Sardegna –
città di Castelsardo.
“Il Premio ha una lunga storia, dagli anni Ottanta – ha spiegato Gianni Garrucciu –. Con la
giuria abbiamo lavorato in modo da individuare dei giornalisti che possano dare un messaggio
di speranza alle nuove leve”. La giuria, vero fiore all’occhiello del Premio, è composta
giornalisti di rilievo, a iniziare da Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine regionale dei
Giornalisti. A farne parte anche Maria Pintore, direttrice di Radio Internazionale; Andrea
Caglieris, caporedattore del Tgr Valle d'Aosta; Simonetta Selloni, presidente dell’Assostampa
Sardegna; Padre Stefano Gorla de Il giornalino; Pasquale Alfieri del Corriere della sera e
Giacomo Bedeschi, direttore de La Nuova Sardegna.
La consegna dei premi è stata anticipata da un ricordo molto toccante della signora Brigaglia,
moglie del professore Manlio Brigaglia “ancora presente, in tutto quello che ha fatto”. Il
premio intitolato al grande intellettuale va a Giacomo Serreli di Videolina. Entrato di diritto
nella storia del giornalismo sardo, a Serreli è stato riconosciuto il merito di essere un
comunicatore puntuale e scrupoloso, e di far scoprire angoli e storie inedite della Sardegna.
“Ricevo questo premio con un auspicio – ha spiegato Serreli –: che al mio posto un giorno ci
siano i vari generini che nei giorni scorsi si sono cimentati in questo campo”.
Il premio “Pino Pinna” per il giornalismo sportivo è stato invece assegnato a Simonetta
Martellini, figlia del leggendario Nando Martellini. A lei il merito di “riuscire, con la sua voce,
non solo a raccontare le notizie ma a descrivere emozioni”. “Molti ricordano mio padre come
uno di famiglia – ha detto la giornalista –. È lui che mi ha fatto amare questo lavoro”.
Il premio “Le storie” intitolato al giornalista Rai Peppino Fiori, è stato assegnato a Mario
Mossa (Rai). “Per la sua capacità, in oltre 40 anni di mestiere, di attraversare con leggerezza e
profondità ogni mezzo di comunicazione”. “Per noi cronisti è un momento particolarmente
difficile – ha spiegato Mossa –, a causa di un decreto legislativo lacunoso che ha messo in
difficoltà le procure, mettendole nella condizione di decidere cosa sia una notizia.”
La cronista de La Repubblica Federica Angeli ha ricevuto il premio per il giornalismo
d’inchiesta intitolato a Piero Mannironi. Impegnata nell’inchiesta sulla mafia romana, è stata
premiata da Eugenio Cossu e Daniela Scano “per l’esempio che rappresenta nel giornalismo di
inchiesta che non si ferma davanti a niente”. “Il giornalismo è una professione difficile, specie
quando una donna decide di trattare certi temi considerati un tempo maschili, come la mafia –

ha sottolineato Federica Angeli –. Questi premi sono degli abbracci che io sento, da tutti voi, e
mi fanno sentire meno sola”.
A Marco Bittau de La Nuova Sardegna è andato il premio “Giovanni Canu” per la cronaca.
“Questo premio arriva in un momento molto particolare della mia carriera, dopo trent’anni di
giornalismo – ha evidenziato Bittau –. In questi giorni a Castelsardo mi sono fermato a parlare
con i ragazzi del mondo che cambia; noi giornalisti seguiamo questi cambiamenti, ed è
avvincente, quando si ha la passione”.
A ricevere il premio per il giornalismo scientifico è stato Andrea Bettini (RaiNews24). Per il
canale all-news della Rai, Andrea Bettini ha seguito i principali eventi scientifici degli ultimi
anni, aiutando a conoscere da vicino i continenti più remoti della Terra. “Sono molto contento
di ricevere questo premio dedicato al giornalismo scientifico – ha dichiarato Andrea Bettini –
che dà spazio ai racconti importantissimi di temi come ambiente e scienza”.
Un breve video dedicato a Daniela Zedda ha introdotto la consegna del premio a lei intitolato
alla reporter Elisabetta Loi, che ha ricevuto il premio per il giornalismo fotografico “per la
sensibilità e attenzione verso le persone e le loro storie”. “Ѐ una grande emozione essere qui –
ha detto la reporter –. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno permesso di raccontare le
loro storie e la mia famiglia”.
A Bepi Vigna, autore di Nathan Never, è andato il Premio per il Giornalismo a fumetti. “Dare un
premio per un fumetto in Sardegna è molto importante. Tra i sardi abbiamo avuto grandissimi
autori che hanno fatto la storia del fumettismo italiano – ha sottolineato Bepi Vigna –. Il fatto
che il Premio giornalistico di Castelsardo si sia accorto di questo settore così importante per la
cultura mi fa molto piacere.”
Il premio alla carriera è andato all’ex direttore de La Nuova Antonio Di Rosa, “uno a cui piace
stare dalla parte della gente e che ha sempre denunciato quello che non funziona”. “In questo
mestiere l’elemento territoriale vale molto – ha spiegato Di Rosa –. C’è bisogno di raccontare
di più il mondo: non fermarci alle beghe politiche”.
Il premio “Città di Castelsardo” è andato a Liliana Faccioli Pintozzi di Sky “per la sua
competenza e il suo innato fiuto di giornalista”. “Sono d’accordo sul fatto che ci sia la crisi – ha
detto Liliana Faccioli Pintozzi – ma c’è la nostra passione, che andrà avanti. Ci saranno
sempre storie da raccontare”. Ad Antonio Caprarica, storico corrispondente esteri della Rai, il
premio “Città di Castelsardo” è andato “per la sua genialità nel raccontare, con la
professionalità maturata nelle sue numerose esperienze nel mondo”. “Ѐ un premio che devo
dividere con una grande pianista che ha anche l’intuito di una grande cronista – ha scherzato
Caprarica –, e che mi ha aiutato ad essere ciò che sono: mia moglie. Come giornalista sono
stato fortunato; sono stato sempre al posto giusto al momento giusto. Voglio chiudere una
massima: una notizia è ciò che il potere non vuole che si sappia: questo è il nostro dovere.”
Ospite musicale della serata è stato il maestro Piero Marras.
Ringraziamenti ed applausi hanno chiuso una tre giorni ricca e variegata di fermento
culturale, il Genera Festival dà appuntamento al 2024.

Carrello
Torna in alto