“La stanza chiusa” è il nuovo libro di Giuseppe Tirotto che è stato presentato mercoledì 23 settembre a Castelsardo (ore 21.00). La serata, inserita all’interno del Genera Festival, sotto il patrocinio del Comune di Castelsardo e della locale biblioteca, sarà accompagnata da Attilio Mastino ed Eugenio Cossu, letture di Maria Cristina Ricci.
L’opera
Il romanzo è ambientato in un paese sardo sul mare, con rimandi al passato tra gli anni ’60 e ’80, e a un tempo più remoto che costituisce il nucleo della narrazione. Il protagonista è Paolo, uno scrittore in crisi, che viene catapultato nella trama dall’inatteso lascito del suo amico Camillo, da poco scomparso. Con l’eredità, Paolo riceve anche una lettera che lo porterà a rivisitare la sua infanzia e giovinezza, e a fare luce sui motivi che hanno spinto Camillo all’autodistruzione. La ricerca di Paolo lo porta a risolvere enigmi annidati come matrioske, fino ad arrivare ai diari di un’antenata di Camillo, rinvenuti in una stanza chiusa da ottant’anni. Il tema centrale del libro è la ricerca di sé stessi attraverso la comprensione del proprio passato e di coloro che ci hanno preceduti, sconvolti nel comprendere quanto una singola variabile possa condizionare la vita di molte persone.
Biografia
Giuseppe Tirotto è nato a Castelsardo (SS) nel 1954, paese dove ha sempre vissuto. Scrittore e poeta bilingue, laureato in lettere all’Università di Sassari con una tesi sulla narrativa in lingua sarda ha scritto vari romanzi in lingua sarda e italiana:
– “Lu bastimentu di li sogni di sciumma” (1996);
– “L’umbra di lu soli” (2001);
– “Cumenti oru di néuli” (2002);
– “La rena dopo la risacca” (2004);
– “Agra Terra” (2005);
– “L’amara gioia” (2018);
– “Piccinni in Castorias” (2018).
– Le raccolte di racconti bilingui “Lu basgiu di la luna matrona” (2008) e “La tuaglia ruia (2016);
– Le raccolte poetiche “La forma di l’anima” (2004), “La casa e la chisura” (2008), “E semmu andaddi cantendi …” (2012), “Cumentisisia t’avàragghju amà” (2013), “Di geometria e d’amore” (2014).