Oggi, sei settembre, nel primo incontro della terza giornata del Genera Festival 2024, abbiamo avuto la fortuna di conversare con Maurizio Muggianu, conosciuto meglio come Maurizio Di Maggio. Maurizio Di Maggio è molto conosciuto come conduttore radiofonico per la sua lunghissima carriera a Radio Monte Carlo. È inoltre un DJ e un grandissimo viaggiatore italiano.
Di Maggio ci ha raccontato come la sua passione per i viaggi lo abbia portato, nel 1996, a creare un format radiofonico basato sui viaggi, chiamato “In viaggio con Di Maggio”. La nascita di questo format viene dal fatto che egli trasmetteva a fine giornata e, di conseguenza, si era già parlato della maggior parte delle notizie.
Prima di riuscire ad entrare nel mondo della radio, ha studiato giurisprudenza; non trovando però nessuno stimolo nel continuare, decise di mandare il curriculum a tre trasmissioni radiofoniche italiane: “Lo Zoo di 105”, “Radio JJ” e infine “Radio One One”. Venne poi contattato dallo “Zoo di 105”, che gli fece un contratto con “Radio Monte Carlo”.
Di Maggio lavora con “Radio Monte Carlo” dal primo maggio del 1988, da ormai 36 anni. Per fare al meglio il suo lavoro, ha seguito un corso di dizione: “Io entro nelle case delle persone, nelle loro auto e devo essere il più cortese possibile”, ha affermato il conduttore radiofonico durante il suo intervento.
Di Maggio oggi ha sottolineato l’importanza di una dizione chiara e neutrale in radio, suggerendo che un accento regionale molto marcato potrebbe influire sull’esperienza di ascolto, rendendo alcuni contenuti meno accessibili a un pubblico più ampio. Inoltre, ci ha esposto anche come le nuove forme di comunicazione, come ad esempio i blog o i podcast, pian piano stanno prendendo il posto della radio.
Riflettiamo su quanto il mondo della comunicazione stia cambiando: dalle radio ai podcast, dai blog alle piattaforme social, il modo in cui ci connettiamo e condividiamo storie è in continua evoluzione. Quali sono le voci che ascoltiamo e che ci ispirano di più? E come possiamo valorizzare la ricchezza delle nostre diversità linguistiche senza perdere di vista l’importanza di farsi capire da tutti? Lasciamo che queste domande guidino la nostra prossima conversazione.
Federica Zedde (Genera Press)
*Questo articolo è stato corretto dall’intelligenza artificiale.